In cui mi compiaccio di qualcosa di cui non dovrei assolutamente compiacermi
La serata è trascorsa piacevolmente, non c’erano grandi aspettative e, pertanto, non sono state tradite. Due chiacchiere, due Ichnusa, due orette tranquille.
Poi, mezz’ora prima dell’orario di chiusura, era arrivato quel ragazzo che, un po’ spavaldo e un po’ timido, ci aveva chiesto se poteva sedere con noi, per un po’. Era vagamente ubriaco, ma il suo tentativo di sembrare sobrio ci aveva inteneriti e, comunque, non siamo certo dei cafoni. Lo avevamo invitato a sedersi al nostro tavolo.
Dopo qualche istante di imbarazzo, la conversazione era prontamente iniziata e si era parlato di Berlino, della Finlandia, di Bristol e di Cardiff, di Banksy e di Blu, di Erasmus e di progetti più o meno vaghi per un futuro altrettanto vago.
Poi era giunto il momento di andar via. Dopo un mio improrogabile salto in bagno, lieti ci eravamo salutati, prima di tornare a casa
Stavamo camminando nell’aria umidiccia della sera, quando Silvia mi mise al corrente del fatto che, mentre io ero al bagno, il ragazzo l’aveva ringraziata dicendole che eravamo stati gentili con lui, e che in altre situazioni analoghe era stato allontanato in malo modo. In un primo momento mi aveva fatto piacere venir ringraziato, mi aveva fatto sentire una buona persona.
Un istante dopo, mi ero incupito. Ringraziare delle persone per averti permesso di parlare con loro? Ma dove viviamo?
A volte non riesco a non generalizzare, a non pensare che c’è qualcosa di profondamente sbagliato in questo posto.
listening: Respinti all’uscio – Offlaga Disco Pax
Inammissibile che un post con un titolo così non abbia un commento.
RispondiEliminaQuindi.
Ahah, grazie!
EliminaAnche perché scelgo sempre accuratamente i titoli (hum... diciamo che ci provo), fa piacere sapere che qualcuno li apprezza almeno un po'.